Borghi dell'entroterra calabro-lucano ante Covid-19
D’estate, nei borghi dell’entroterra calabro-lucano si vive aria di festa perché si ripopolano di tutti coloro, specialmente i giovani che, costretti a spostarsi nelle città per lavorare, ritornano per le vacanze e per rientrare in famiglia. Le sagre e le occasioni di eventi, abilmente e giustamente sponsorizzate dalle amministrazioni comunali, accendono la vita di questi borghi. I turisti dal palato fine non mancano per questi posti di montagna con vista mare, persone che sanno apprezzare la cultura contadina, semplice ed essenziale, ancora molto radicata con tutte le tipicità che questa comporta.
L’inverno però è duro, con poco lavoro ed una riduzione demografica marcata. Ad una mia incontenibile espressione di apprezzamento di fronte a questa natura selvaggia e affascinante un anziano, seduto su una sedia sulla porta di casa come qui si usa, esclama in dialetto :- eh! devi viverci d’inverno-
Già a settembre i fuochi di artificio si spengono. La calma e il silenzio, i tempi lenti rendono l’atmosfera surreale. Rimangono per lo più agricoltori, allevatori e artigiani.