La Divina Commedia. Purg XVII 4-12
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come,quando i vapori umidi e spessi
a diradar cominciasi, la spera
del sol debilemente entra per essi;
e fia la tua imagine leggera
in giugnere a veder com'io rividi
lo sole in pria, che già nel corcar era.
Sì, pareggiando i miei co'passi fidi
del mio maestro, usci' fuor di tal nube
ai raggi morti già ne'bassi lidi.
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Nulla è dato, tutto è in fieri.
Il purgatorio è visto come momento di passaggio, di riflessione, di tormento formativo. La luce non è tenebrosamente fissa come nell’inferno né assoluta come nel paradiso, ma, come sostiene De Sanctis è pittorica e fantastica.
In questa cantica il percorso di espiazione e sofferenza nella luce della speranza mi pare quanto mai terrestre e quotidiano.
In particolare in queste terzine Dante poeticamente coglie il momento in cui, quasi all'ora del tramonto, diradandosi la nebbia comincia a vedere e non ha più bisogno di camminare dietro il Maestro, ma gli si affianca
Nothing is given, everything is in progress.
Purgatory is seen as a moment of passage, of reflection, of formative torment. The light is not darkly fixed as in hell or absolute as in heaven, but, as De Sanctis argues, it is pictorial and fantastic.
In this canticle, the path of atonement and suffering in the light of hope seems to me as earthly and daily as ever.
In particular, in these triplets Dante poetically captures the moment when, almost at sunset, the fog clears and he begins to see and no longer needs to walk behind the Maestro, but joins him.